Maggianico:
Villa Gomes


 


                     una cartolina del 1926

A Vespasiano Bignami il Ponchielli scriveva da Maggianico: « Gomes erige qui un palazzo a qualche distanza dalla mia casa nuova. E' affare di lusso, a quanto dicesi... ha denari e fa bene ». E Antonio Ghislanzoni informava: « Chi ha fatto le cose da gran signore, anzi, da gran signore Brasiliano, è il maestro Carlo Gomes. Il suo edificio, discosto un cento passi da quello del Ponchielli, aspira per davvero al titolo di villa e promette la sontuosità del palazzo. Nelle spaziose sale, piene d’aria e di luce, 1’autore del Guarany, della Fosca, del Salvator Rosa e della Maria Tudor, troverà gli estri vivaci della sua giovinezza per creare dei nuovi capolavori ». Villa Gomes e stata acquistata recentemente dal Comune di Lecco.

Da: Ville nel Lecchese (Edizione a cura della Banca Popolare di Lecco)
Editrice Stefanoni
- Lecco 1971



Villa eclettica costruita nel 1880 dall’architetto lecchese Attilio Bolla per il musicista brasiliano Antonio Carlo Gomes (1836-1896). Pur inserita nel filone evocativo e storicistico dell’architettura fine secolo, questa villa si segnala per una sua misurata eleganza e un sobrio ricorso all’eclettismo imperante, contenuta,com’è nei limiti di un prevalente richiamo a una architettura neorinascimentale di cui ripropone, con intelligenti soluzioni, l’armonia compositiva e la severa simmetria dei volumi. L’edificio è un blocco rettangolare a due piani con due prospetti ugualmente importanti, uno orientato verso il paese di Maggianico e l’altro, preceduto da un’ampia scalinata, verso il lago. Sul lato occidentale si imposta il lungo corpo già adibito a serra e oggi trasformato in auditorium. L’interno è arricchito da uno scalone il cui soffitto presenta ricchi affreschi, gli unici sopravvissuti al degrado in cui la villa per molti anni è stata lasciata. Sopravvive, fortunatamente, il bellissimo pavimento "alla veneziana" del salone a piano terreno mentre è stato inspiegabilmente eliminato l’attico a balaustrini che, oltre a nascondere la copertura, dava slancio e logico coronamento alla costruzione.

  Lo scalone con il soffitto affrescato

Il parco circostante, il più vasto della città (circa 37.000 mq), vanta alberature molto varie e di grande pregio. Carlo Gomes diede alla sua casa l’appellativo di "Villa Fiori", per la rarità e la varietà delle piante da lui importate. La villa fu venduta da Gomes pochi anni dopo la sua erezione. Passata per diverse mani, fu acquistata nel 1970 dal Comune di Lecco e per oltre quindici anni non e stata utilizzata in nessun modo. Si spiega così la perdita di quasi tutti gli affreschi che decoravano soffitti e pareti, dei quali si ammirano alcuni lacerti appesi alle pareti del salone centrale a piano terra. La villa e stata radicalmente restaurata nel 1987 su progetto degli ingegneri Terragni di Como che, dovendola piegare alle esigenze della scuola civica di musica che vi ha sede, ne hanno non poco stravolto 1’impianto originario.

Da: Ville a Lecco e nella sua Provincia
(Mariagrazia Furlani, Gianfranco Scotti, Pietro Gattinoni, Virginia Tentori)
PERIPLO EDIZIONI - LECCO 1992


Villa Brasília em Lecco

"Conhecida também como Villa Gomes, em Lecco, Maggianico, a obra foi encomendada ao arquiteto Attilio Bolla. O edifício de refinado gosto eclético, com feições burguesas reproduz o estilo neoclássico em alta na época. Se tornou um ponto de referência para artistas e burgueses de Milão. "

"Na mansão que ele fez questão de denominar Brasília, havia reunido tudo o que lhe podia recordar o Brasil... Nas gaiolas imensas voavam uma quantidade enorme de pássaros brasileiros e macaquinhos ressoavam nos jardins. "

"É nesta pequena aldeia, recanto genial preferido por muitos artistas que Almicare Ponchielli e Carlos Gomes fixaram suas moradas... A de Gomes suntuosa, vasta e principesca; a outra, de Ponchielli, simples, sem ares de grandiosidade, muito semelhante ao caráter nada pretensioso do proprietário."

Gaspare Nello Vetro
(dal sito della Biblioteca Nazionale Brasiliana)
Pagine dedicate al musicista brasiliano in occasione del centenario della morte (1996).

Su questo sito brasiliano ci sono tantissime informazioni sul Maestro Antonio Carlos Gomes:
https://carlosgomes.campinas.sp.gov.br/ 


Nella Villa Gomes è ospitato il "Fondo Giorgio Gaslini".
Il grande musicista e compositore ha donato alla città di Lecco la sua biblioteca e la sua discoteca, composte da migliaia di volumi e dischi, più un vastissimo archivio di articoli e saggi scritti dalla stampa nazionale ed estera sulla sua musica, e tutti i manoscritti originali delle sue composizioni.
La raccolta discografica comprende musica classica, jazz, ma anche la storia del rock e musica etnica.
Sempre Villa Gomes ospiterà gli "stages" che il M° Gaslini intende tenere per i giovani: si tratterà di laboratori di specializzazione musical-teatrale d'interesse internazionale.
Informazioni sul sito ufficiale di
GIORGIO GASLINI


Articolo su un concerto di beneficenza fatto nella Villa Gomes
pubblicato sulla rivista di Milano "LA LANTERNA" il 26 agosto 1884
UN CONCERTO A MAGGIANICO
UN ESEMPIO DA IMITARSI, UNO DA FUGGIRSI.

Veder Filippi che si nasconde dietro l'adipe di Ugo Pesci, e veder Pesci che si ripara all'ombra della testa di Filippi e leggere sul Caffè i lamenti di Cottone e di Cardinali e legger magari dei comunicati che danno del musicista a Peppone, al buon Peppone, e tutto ciò nella fausta occasione di un concerto per gli asili infantili di Maggianico, sono cose, proprio cose che fanno venire le lagrime agli occhi di una statua di bronzo.
E trovare poi stampato che il ficcone del contrabasso scivolava perché nella villa Gomes c'è il pavimento alla veneziana e che nessuno udiva niente perché troppo grande il concorso delle persone rumoreggianti dentro e fuor della sala, e leggere pure l'altra scoperta che i vagoni Salon sono incomodi e sembrano fatti per i malati e straleggere sul incomodi e sembrano fatti per i malati e straleggere sul Pungolo - ahi caro Pungolo - che c'era fra gli applaudenti, i manducanti ed i brindanti il vecchio tenore Varesi, e tutto ciò sempre in occasione del concerto per gli asili infantili di Maggianico, sono cose, ripeto, che fanno svenire dalla consolazione un... assabese, di quelli ai quali ha tenuto compagnia lo Schostal, venditore di camicie e cravatte ed a tempo perso rappresentante di comitati della città di Milano.
Non si sa ancora se la vendita abbia subito qualche scossa dopo gli articoli sesquipedali dei giornali quotidiani di Milano sul concerto sempre per gli asili infantili di Maggianico ma certo è che presto o tardi dovrà subirla.
Cambiando stile, perché non si creda che noi mettiamo in burletta coloro che cooperano a beneficare, o che si sia scettici al punto da deridere la beneficenza stessa, diremo che meritano elogi a piene mani, oltre l'iniziatori del concerto la gentile Brambilla Ponchielli e il gentilissimo Gomes, quegli artisti che si sono mossi appositamente da Milano per andare a cantare alle ore 2 (diciamo due) dopo mezzogiorno in una villa che non ha un albero che le ripari i raggi del sole d'Agosto, e che raggi ! e che sole ! e che Agosto !!
Va lodato assai, assai il bravo tenore Cardinali, giovane, ma valentissimo cantante, dotato di mezzi straordinari, di temperamento focoso, ma franco, leale, da vero artista. Il Cardinali nel quartetto di Rigoletto, nel terzetto della Borgia e in qualche pezzo a solo fu applauditissimo.
Così si può dire (e dovevamo dirlo prima, ma ci pareva e ci pare quasi inutile il parlarne anche adesso) così dovevamo dire della impareggiabile, adorabile signora Teresina Brambilla Ponchielli, e della signora Martinez, le quali in ogni pezzo da esse eseguito con quello slancio ammirabile che tutti oramai conoscono, hanno costretto a battere le mani anche coloro che le avevano impedite con bastoni e cappelli... magari a cilindro.
Sempre eccellenti artisti provetti al grado della perfezione il baritono Cottone ed il basso Villani. Per la voce robusta del Cottone il salone della villa Gomes è davvero meschino, ma il bravo artista ha saputo trovare anche certe mezze voci che più simpatiche non potevano essere. Tutto il pubblico poi ad una voce s'è pronunziato favorevole e con un voto ch'è una profezia sicura sull'avvenire del basso Villani al quale non manca molto a toccare la meta più eccelsa.
E il nostro Orsi, Romeo, Cavaliere e inventore della doppia tonalità?
Che cosa diremo di lui?
Diremo che ci è parso inspirato, che ci è parso l'unico professore di clarinetto possibile oggi in Italia come è il fortunato padre del suo bel Carletto.
I coniugi Appiani, pianisti nati, cresciuti, e destinati alla più tarda vecchiaia, meritano essi pure la loro parte di elogi, insieme all'ottimo maestro Marco Cappelli, con la sua sempre simpatica orchestrina.
E che l'esempio dato da tutti questi valorosi e gentili artisti a Maggianico trovi nuovi imitatori - nel mentre ci auguriamo che non trovino imitatori coloro che del concerto medesimo hanno scritto e stampato sui giornali.

REMO.

Articolo su una rappresentazione del "GUARANY"
pubblicato sulla rivista di Milano "LA LANTERNA" il 23 settembre 1884
Il successo del Guarany, andato in scena sabato fu quasi pari a quello del Rienzi.
Pochissime volte noi, che assistiamo da tanti anni a prime rappresentazioni, pochissime volte abbiamo trovato tanto slancio, tanto buon volere in tutti, dal suggeritore al direttore d'orchestra, e una concertazione così finita e simpatica.
Bravo il maestro Kuon e bravi tutti.
Naturalmente è piaciuto come piatto dolce il duetto del primo atto, come è piaciuto come piatto forte il finale terzo, ma anche tutti gli altri pezzi dell'opera bellissima del bravo Gomez, hanno avuto un esito di applausi cordiali, continui e generali.
Forse si è dovuto notare del panico soverchio nella signora Ricci (Cecilia), e dell'inesperienza scenica nel tenore Mazzolari, ma sono cose che si aggiustano come si dice, dietro strada. E diffatti anche la Ricci nel finale terzo era quasi completamente liberata da ogni timore. La voce della Ricci è robusta ma ha il difetto della lentezza nell'emissione, una lentezza che non è, ma potrebbe parere, stento. Crediamo che in altre opere possa piacere di più; constatiamo però intanto che anche nel Guarany essa ha avuto dal pubblico applausi molti e calorosi.
Al tenore Mazzolari raccomandiamo lo studio e rammentiamo le parole di Berlioz, il quale desidera in un cantante: voce naturale, ben impostata, simpatica, senza sforzo, senza squartare la frase, senza esagerazione di accenti, senza trivialità e affettazioni, senza petulanza, senza errori di lingua, senza cozzo di vocali e insolenti modificazioni del testo, senza trasposizioni nè singhiozzi, senza abbaiamenti, senza false intonazioni, senza ridicole fioriture di modo che il periodo scritto dall'autore possa essere capito. Se riuscirà a ubbidire Berlioz, anche per la metà, si troverà contento.
Benissimo il basso Villani, figlio del celebre ex tenore e ex baritono.
Da molti anni non si trova un Cacico così intelligente per arte drammatica e bravo per bellezza di canto. L'Abramoff in tutte le parti lo troviamo il valente... Abramoff. Come l'orchestra e il suo direttore illustrissimo commendatore maestro Kuon sono nel Guarany degni degli stessi elogi meritati per il Rienzi.
Somma delle somme un altro buon spettacolo, un altro trionfo de Bepeto Brunello.

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