Maggianico - L'acqua di Barco

Gio. Battista Ghislanzoni, Nuova Guida Pratica alla fonte dell'acqua minerale solforoso-salina di Barco - 1853


NUOVA GUIDA PRATICA
ALLA FONTE DELL'ACQUA MINERALE SOLFOROSO-SALINA DI BARCO
del DOTTOR GIO. BATTISTA GHISLANZONI
Medico Direttore dell'Ospitale di Lecco.
BERGAMO - DALLA TIPOGRAFIA MAZZOLENI - 1853


AL LETTORE
Per annuire all'eccitamento della Superiorità, per norma dei Medici, che intendono mandare con fiducia i loro malati alla Sorgente minerale solforoso-salina di Barco, presso Lecco, e per la promessa fatta al Pubblico di renderlo consapevole dei risultati clinici ottenuti nella scorsa stagione estiva 1852, dall'uso interno ed esterno della stessa, butto nuovamente sulla carta questi pochi cenni in proposito, frutto di accurate e veritiere osservazioni. Protesto nello stesso tempo, che scrivendo particolarmente un manuale pratico per i numerosi concorrenti, mal andati di salute, che qui vengono per migliorare la loro trista condizione, eviterò qualunque pompa (che non potrei altrimenti pella mia insufficienza) nell'affastellare citazioni di celebri Autori, e nel seguire la moda dei nostri Teologi, andando in traccia di nuovi ed astrusi termini Chimico-Medici, che anzi cercherò di mettere alla portata di tutti, anche quelli più esitati, e comuni nella nostra scienza.

Analisi dell'Acqua Minerale di Barco

Quelle poche righe, che dettava nell'anno trascorso per regolare alla meglio l'uso, e prevenire l'abuso dell'acqua minerale in discorso, non potevano essere appoggiate della chimica, perchè in allora mancava una regolare e completa analisi. Pervenuta adesso sotto gli occhi del Pubblico quella elaborata con molto studio e somma pazienza dal Padre Gallicano Bertazzi, esimio Direttore della Farmacia Fate Bene Fratelli in Milano, che da tutti encomiata, pei principii minerali contenuti e per l'azione loro sull' organismo animale, può benissimo servire di guida razionale ai Medici (1). Ma qual è di questi, cui non sieno note le disparatissime, ed anche contraditorie sentenze dei Chimici, su lontane e vicine acque minerali? Eppure molte di quelle e di queste hanno da secoli fornito e continuano e fornire i più bei risultati pratici in certe date malattie; di modo che valenti Professori dell'arte salutare con fondato criterio se ne valgono per alcuni dei loro Pazienti, ai quali ordinariamente tornano di sicuro vantaggio. Confesserò quindi anch' io il mio scetticismo in proposito e la mia professione di fede di stare attaccato alla Sintesi, o composizione, che la provvida natura prepara nelle profonde sue viscere e direi quasi nel proprio Laboratorio, e dalla quale, come si vedrà anche dell' acqua minerale di Barco, emergono felici guarigioni.
(1) Milano, Libreria e Tipografia di Giuseppe Chiusi, Contrada di s. Vittore e 40 Martiri N. 1177 - 1852.


Quadro delle sostanze fisse e gazose contenute
in 100,000 grani nell'acqua di Barco.

Acidi o elementi che producono li acidi:


Acido carbonico tanto libero che combinato    grani 13,90,00
Acido solforico                                      1,06,08
Acido fosforico                                      0,06,20
Acido silicico                                       0,96,15
  Solfo                                              0,90,44
  Cloro                                              0,29,86
  Iodio                                              traccie
                                                    ---------
                                              grani 16,48,73
Basi:

  Soda                                        grani  1,49,44
  Magnesia                                           2,43,76
  Calce                                              4,31,90
  Ossido di ferro                                    0,44,54
  Allumina                                           0,06,35
  Manganese                                          0,05,16
                                                    ---------
                                               grani 8,81,15
Materia organica parte solubile nell'alcool ed acqua, e parte insolubile, o glirina, ed acido crenico 0,98,25. Riassunto dei sali e gas contenuti nei 100,000 grani dell'acqua.

Acido solfo-idrico libero                traccia
Acido carbonico libero          grani    2,13,74
Solfato di soda cristallizzato    "      4,25,01
Solfuro d1 sodio                  "      0,50,00
Carbonato di soda                 "      0,33,34
Cloruro di sodio                  "      0,33,33
Cloruro di magnesio               "      0,24,85
Fosfato di calce                  "      0,12,90
Bicarbonato di calce              "     10,51,66
Bicarbonato di magnesia           "      7,59,72
Ossido di ferro combinato         "      0,44,54
Manganese                         "      0,05,16
Allumina                          "      0,06,35
Silice                            "      0,96,15
Materia organica                  "      0,98,25
Ioduro alcalino                          traccie 
Protossido d'idrogeno (acqua)     " 99,971,65,00
                                   --------------
                                   100,000,00,00
Milano, 4 luglio 1852.


Proprietà fisiche, ed effetti generali sull'Economia animale della stessa.

Prima di tutto parlando della temperatura sono poco sensibili le variazioni, perchè tanto nell'estate, che nell'inverno segnò sempre dai + 10, ai più 12 gradi nel Termometro di Reaumur. Nulla pure influiscono sulla medesima le vicende atmosferiche, come le dirotte pioggie o la siccità protratta, osservandosi in qualunque tempo la stessa limpidezza , la stessa quantità e la stessa qualità. Ne siegue perciò, che riesce sempre gradevole al palato, superato l'odore epatico, ossia di uova fradicie, che tramanda. ll pronto e più marcato effetto, che tutti i bevitori dell'acqua in discorso risentono, si è la diuresi, od escrezione abbondante delle urine, per la di lei particolare azione secretoria sui reni. In qualcheduno agisce come catartico, o blando purgante, senza produrre il minimo sconcerto addominale. Un altro ben augurato vantaggio, quasi generale, che tanto i Concorrenti valetudinarii, quanto i nostri Terrieri ripetono dall'uso interno della stessa, si è quello di eccitare l'appetito e favorire una lodevole digestione. Ne valga il dire, che qualunque acqua di sorgente non pregna di sostanze nocive, limpida e battezzata col nome di leggiere e passante suole produrre gli stessi effetti; perchè io soggiungerò, che di simili se ne trovano molte nelle nostre montagne e ben conosciute dai nostri villici, ma paragonate dai medesimi, che possono a ragione dirsi giudici competenti in tale materia, coll'acqua minerale, asseriscono non reggere al confronto. Dirò dippiù, che qualche smargiasso s'arrischiò per proprio ed altrui sollazzo di tracannare sin quindici e più libbre mediche di acqua minerale in poco spazio di tempo, senza gravissime conseguenze sull'economia animale, mentre sfido l'uomo il più sano, ed il più' robusto a fare, senza ulteriori molestie, altrettanto con qualunque altra acqua potabile, anche scelta fra le migliori. Per ultimo effetto si osservò in qualche individuo come un senso di momentanea ubbriachezza, accompagnata da vertigini, da alterazione della vista e da traballamento delle gambe, che colla sospensione della bibita per qualche mezzora, o con qualche ristoro del ventricolo, subito cessava.


Regole igieniche per i Concorrenti.

Tralasciando di parlare dell'antico costume di far precedere una cura preparatoria con decotti, purganti e simili, e prescrivendosi dai Medici d'ordinario le acque minerali dopo l'uso di altri rimedii trovati non del tutto proficui od inutili, consiglierei piuttosto i singoli Pazienti a munirsi di una storia sulla loro malattia, perche questa gioverà molto anche al Medico locale, l'egregio sig. Dr. Polti, che sarà bene consultare prima di intraprendere la cura, e nel corso della stessa. Siccome poi si tratta di persone, che devonsi già' supporre avvezze ad un regime dietetico regolare, cosi credo inutile raccomandare alle stesse un vitto di facile digestione, nutriente e di pronta assimilazione organica, non escluso al pranzo qualche bicchiere di vino generoso. Non si deve insomma evitare che l'eccesso. L' esercizio moderato a piedi, per mantenere l'insensibile traspirazione cutanea, od in cocchio, è necessario per rendere facile la digestione dell' acqua minerale. Ma anche in questo si raccomandano le dovute cautele. Guai a chi intraprendesse la bibita o le lozioni esterne a corpo troppo riscaldato, e peggio se coperto di sudore! Circa gli indumenti ripeterò quanto suggeriva nell' anno scorso, di avere cioè la massima precauzione onde mantenere una temperatura equabile della pelle e conservare i piedi sempre asciutti, principalmente nei giorni di pioggia, per il grande consenso delle estremità inferiori col basso ventre. Aggiungerò infine che i Valetudinarii è meglio sieno provvisti di abiti iemali, per garantirsi dalle subitanee vicende atmosferiche. Ora mi resta per ultimo di soggiungere, che dal maggio a tutto settembre si può vantaggiosamente far uso di quest'acqua minerale; che bevuta alla Fonte, come succede di tutte le altre consimili, fornisce migliori risultati pratici; che le ore del mattino sono le più favorevoli; che la dose, cominciando dalle due alle quattro, si può gradatamente portare alle otto libbre mediche di once dodici, secondo la maggiore o minor tolleranza individuale e secondo gli effetti sull'economia animale; che generalmente la durata della cura varia dalle due alle quattro settimane; e che si deve ritenere detestabile l'usanza di beverla nei pasti, e non troppo lodevole quella di continuarne la bibita nelle ore vespertine e nella notte.

Malattie nelle quali conviene.

Stando al quadro delle sostanze fisse e gazose contenute, ed alle basi, accuratamente descritte nell'annessa e commendata Analisi del dotto Padre Bertazzi, con razionale induzione si può la nostra acqua minerale con nome generico riporre fra le attenuanti, diluenti e risolventi, o col dualismo introdotto anche nella classificazione dei diversi farmaci chiamarla di azione ipostenizzante, ossia deprimente; ciò che comproveranno meglio i di lei salutari effetti su diverse malattie prodotte, ed ancora mantenute da nascosta e lenta infiammazione. Risulta quindi indicatissima nei vizii di assimilazione organica, nelle disturbate secrezioni, od escrezioni normali, nelle croniche gastroenteriti, negli ingorghi del fegato, della milza e del mesenterio, negli sconcerti dei reni, della vescica e dell'utero, nell'irregolarità dei tributi lunari e leucorrea ossia fiori bianchi, nell'angiosi, ossia malattie del sistema vascolare sanguigno, nelle idropisie, nell' adenite , ossia anormalità del sistema linfatico, insomma in tutte le alterazioni organiche rimaste in seguito ad antecedenti infiammazioni. Per ultimo accennerò agli alteramenti morbosi, svariatissimi e schifosi della pelle, chiamati volgarmente salso, come prurigini, efelidi, eruzioni papulose, furoncolari, squamose e crostacee, di cui tanto io, che il sullodato collega Dr. Polti sin dal principio della scorsa estate ebbimo ad osservare qualche centinajo di individui o radicalmente guariti o contenti di un deciso miglioramento.


Contro indicazioni.

Avendo premesso, che la tanto ripetuta acqua minerale di Barco è dotata di azione deprimente, male ne riportarono col peggiorare la loro condizione alcuni Cachetici affetti di scorbuto inveterato, di scrofola congenita, accompagnata da strabocchevoli suppurazioni, di cancro giunto all'ultimo periodo, di idropisie passive, di rachitide con gravi lesioni delle ossa, di tisi polmonare e di marasmo. Anzi alcuni cronici ormai giunti all' ultimo stadio della vita, ed inchiodati da mesi ed anni nel letto di morte si fecero portare l'acqua minerale, perchè la credevano una Panacea, o rimedio universale a loro mal costo. Ma il Volgo, è sempre Volgo nel correre dietro alle novità, talvolta anche dannose. Siccome poi le malattie di lungo corso avviliscono qualunque Paziente, e traggono in consenso di mal essere tutti gli altri sistemi organici, massime il nervoso; così di quale sussidio, per ottenere maggior vantaggio dall'uso dell'acqua minerale, non saranno l' aria saluberrima di Barco, sempre ventilata dalle fresche brezze del vicino lago, la vista delle nostre montagne coperte di rigogliosi boschi, le passeggiate a piedi, in cocchio, o nelle barche, le geniali conversazioni e l'oblio delle penose cure domestiche? Supponiamo difatti un uomo obbligato o dalla malattia, o dai doveri del proprio stato a menare una vita sedentaria, non può che essere oppresso dalla melanconia, ed una, donna affetta per esempio di isterismo, con tutto il corredo dei guai che la tormentano, è ridotta ad una molesta esistenza; ma quale scossa per ambidue nel sentirsi rianimati da quella nuova prospettiva di cielo, di colline, di lago e di incantevoli contorni, tanto noti per la magica descrizione del Manzoni! Le nuove relazioni di società infine non possono che rianimare l'individuo il più oppresso, ed ispirargli una dolce speranza di un miglior avvenire.


Casi Pratici.

Storia 1a
Mi venne presentato di visitare qui in Lecco verso la fine di luglio 1852 un giovinetto di anni 18, unico rampollo di distinta famiglia Milanese, che ammalatosi nel dicembre 1851 nel Collegio Borromeo di Pavia per gastrite, e trasportato nel successivo gennajo alla casa paterna in Milano, venne in ambedue le dette città curato con ogni sollecitudine da valenti Professori. Io riscontrai un soggetto emaciato, dì statura procere, con lingua rossa, bocca amara, dolore ricorrente all'ipocondrio sinistro, costipazione alvina, senza febbre, ed un'avversione totale al cibo; e ciò formava la disperazione dei teneri genitori. Venni in sospetto di latente cronica irritazione della membrana mucosa del colon trasverso, e messolo tosto all'uso interno dell'acqua di Barco, dopo due settimane di cura partì del tutto risanato, ed ebbi la soddisfazione di rivederlo qui in Lecco alla fine dello scorso ottobre , tutto contento di potere bentosto riprendere in Pavia il corso dei suoi studii.

Storia 2a
Una Signora delle nostre vicinanze nella florida età di anni 26 diede alla luce il terzo figlio nella primavera 1849. La mammana impiegò diverse manualità tanto sul feto, che sulla placenta. Non ricuperò più la pristina salute, perché tormentata da ricorrenti dolori ai lombi, agli inguini, ed alle estremità inferiori, da irregolarità dei menstrui, e più da continuo scolo ora bianco, qualche volta rossigno e puzzolento dalle pubenda. Trascinò la vita con simili incomodi sino al principio dell'estate 1851. Chiamato allora a visitarla dichiarai, che si trattava di lenta metrite accompagnata da cronica leucorrea. Approfittando della buona stagione gli prescrissi un corso di bagni, ripetute applicazioni di sanguisughe agli inguini ed all'ano, dieta regolare, bevande subacide ecc. Passò l'inverno e la primavera 1852 con qualche sollievo, ma la schifosa leucorrea più o meno continutava. Finalmente la stessa superato il mal inteso pudore, che trattiene d'ordinario le donne di sottomettersi per tempo all'esame più sicuro, cioè all'esplorazione di un uomo dell'arte, con questa riscontrai inzuppamento, turgere di gonfiezza della bocca e del collo dell'utero, ma non indizii di scirro incipiente, di cui sospettava altro rispettabile Collega. Sottoposta alla bibita dell'acqua per tre settimane, ricuperò la pristina salute, di cui tuttora gode. Questo caso con altri simili meno antichi e meno gravi debellati dalla nostra, richiama alla memoria i prodigi operati nelle malattie dell' utero dall'acqua Salino-Termale del Masino.

Storia 3a
Un vecchio merciajuolo di Lecco dietro antichi vizii precordiali, che trassero seco anche gravi disordini degli organi della respirazione, fu colto da tosse molestissima nella primavera 1852. Gli praticai un salasso, trattandosi di un soggetto, avvezzo a ricorrenti cacciate di sangue pel timore dell'apoplessia, malattia gentilizia nella sua famiglia, e da cui anch'esso ad intervalli veniva minacciato. In pochi giorni la malattia si fece grave e minacciosa, perchè diventò asmatico, con idropisia generale, ed impossibilità di giacere in letto. A nulla valsero gli altri rimedii, ed avendolo messo all'uso dell'acqua minerale di Barco, colla massima tolleranza della medesima, col pronto e mirabile effetto di abbondanti urine e con gradito ristoro per la sete, che lo tormentava, in poco più di tre settimane scomparvero la tosse, l'asma e l'idropisia; e l'ottagenario si reca ogni giorno anche al presente di buon mattino alla propria bottega.

Storia 4a
Un uomo dei nostri contorni sui cinquant'anni sonati, contrasse per impuro commercio la blenorragia, ossia l'infiammazione dell'uretra e del prepuzio, accompagnata da scolo di materia giallognola e dolori spasmodici nell'emissione dell'urina. Per riguardi umani, essendo ammogliato e per rossore non consultò qualche persona dell'arte; limitandosi da sé ad una cura negativa coll'abbandono del vino, e prendendo dei rimedii rifrigerativi. Dopo tre mesi avendomi trovato in una stradicella remota, mi raccontò l'occorso e mi disse soffrire attualmente ancora qualche perdita mucosa dal canale, o goccetta perpetua, senso ricorrente di molestia e di dolore nell'escrezione delle urine e qualche irregolarità nel getto delle stesse. Con due settimane di bibita scomparvero del tutto anche questi sconcerti organici conseguenza della trascurata infiammazione.

Storia 5a
Una sposa di Lecco pure giovanissima concepì nel secondo anno di matrimonio, ma nel primo mese di gravidanza venne investita da ictiosi, ossia erpete maligno alle mani ed alle braccia, con croste, squame ed esulcerazioni. Era tale lo spasimo, che perdè l'appetito ed il sonno; e per ultimo tracollo gli sopraggiunse pertinace diarrea, che la ridusse quasi allo stato tabido. Abortì tra il quarto ed il quinto mese di gestazione con grave pericolo dalla vita. Dopo quindici mesi altra gravidanza ed altra recrudescenza della malattia locale, con un secondo aborto. Mi consultò dopo un anno circo dell'occorso, cioè verso la fine del maggio 1852, ancora gravida di tre mesi per sentire se poteva nella sua compassionevole situazione bevere l'acqua di Barco. Sulla mia affermativa e sul mio consiglio di usarne anche per lozione, intraprese la cura interna ed esterna ai primi di giugno. Dopo tre settimane si poteva dire guarita, e perciò le feci sospendere il trattamento pel timore di una terza sconciatura, avvicinandosi l'epoca delle altre due. Alla metà di luglio volle ella stessa riprendere la bibita per qualche tempo, perchè gli procurava un grande appetito, ed un'ottima digestione. Si sgravò il 10 novembre di un vispo bambino, che fu dato per semplice precauzione a straniera nutrice e compì fisiologicamente la più stupenda funzione, cui è destinato l'utero della donna.

Storia 6a
Narrerò per ultimo un caso, si può dire tragicomico di un robustissimo soggetto, che per bizzarria in poco più di due ore si diverti ad ingollare da trenta a più bicchieri, da once sei, di acqua minerale. La detta spiegò bentosto sull'individuo una violentissima azione diuretco-catartica tale di ridurmelo ad un totale rifinimento di forze; e che per riaverlo, oltre i pronti rimedii del caso, dovetti obbligarlo per qualche settimana ad un regime dietetico analettico, ossia corroborante.


APPENDICE

La signora Stella N. di Monza già da due anni affetta al capo, faccia e collo da erpetecrostosa ribelle ad ogni tentativo di cura, venne il giorno 17 luglio 1852 ad esperire le acque sulforoso-saline di Barco, ed usando delle medesime tanto internamente, che per lozioni alle parti, dopo venti giorni circa partì guarita intieramente di quella schifosa infermità.

Gio. Invernizzi di Ballabio affetto da oftalmia scrofolosa antica usò sì internamente che esternamente dell'acqua minerale di Barco dal 20 luglio 1852 al 15 del successivo agosto e partissenecon manifestissimo miglioramento.

Barco, 24 Aprile 1853
Dr. A Polti

Ho aggiunto di buon grado le due brevi, ma interessanti storie dell'egregio sig. Dr. Polti, medico locale, perchè versando la prima sopra una radicale guarigione di erpete malignissima, esime ambidue dall' affastellare casi sopra casi di malattie della pelle, debellate col massimo successo dalla nostra acqua; e la seconda mi persuade sempre più, che atteso i cloruri e l'iodio, che contiene, ed alcuni felici risultati da me ottenuti nelle diverse adeniti, fra le quali la scrofola, si potranno in seguito registrare nei fasti della medesima novelli trionfi in proposito di simili malori.

Lecco, li 10 Maggio 1853.