Maggianico - L'acqua di Barco

GUIDA ALLE ACQUE MINERALI - ACQUA solforoso-salina di Barco vicino a Lecco


GUIDA ALLE ACQUE MINERALI
Milano presso Gius. D'Ambr. Colombo, Librajo
Corso Francesco, N° 598
1854


ACQUA solforoso-salina di Barco vicino a Lecco - (LOMBARDIA)

Per giungere al paesetto di Barco , del cui nome si fece parte ad un'acqua minerale che da pochi anni ebbe ad acquistare la Lombardia , partiremo per la magnifica strada onde ha principio quella che da Lecco guida a Bergamo, lasciando a destra e l'Adda e il suo ponte. Oltrepassato il villaggio di Pescarenico, abbandoneremo la regia strada per dirigersi sulla sinistra al vicino Maggianico; indi, tenendo a destra, giunti alla cappella di S. Rocco di Barco, vi troveremo a manca ed a pochi passi la fonte ricercata. E' Barco un casale o frazione del Comune di Belledo, e della parrochia di Maggianico posto a gradi 45,50' di latitudine, ed a 27,05' di longitudine, all'altezza di metri 195 sul livello del mare. Qui si è al piede ed a ponente di que' colli e monti che dividono la valle dell'Adda da quella dell'Imagna che discende o levante per gettarsi nel Brembo. L' ampiezza che ivi offre la valle, l'ubertà del suolo, l'abbondante vegetazione de' monti, la rapidità perduta dal fiume nell'allargarsi in lago, l'alto riparo che il monte fa ai venti del nord, rendono il clima dolce e la vista dilettevole. Se negli abitati vicini alla fonte non può trovare alloggio ben piccolo numero di persone che intraprender vuole una cura; Lecco, cui altro non manca che il nome di città, può ben soddisfare qualsiasi esigenza degli accorrenti; e la lontananza, già per sé piccola, da Barco vien resa ancor minore da comodo mezzo di trasporto già stabilito con preciso orario e tenue corrispettivo, e che mette alla fonte in pochi minuti. Vicino a questa non mancano poi nè botteghe da caffè, nè osterie per riposo, per ristoro o per conversazione: ombrosi sentieri si prestano a tranquilli passeggi e buone strade a corse in cocchio. Nel sito ove scavavansi sassi da fabbrica, eransi vedute sino dal 1845, comparire scaturigini di un'acqua, che da principio si credette tramandare un odore sulfureo per effetto della polvere da schioppo già usata per minare quella roccia. Il continuo sortire dell'acqua, sempre dotata di tale odore, persuase quella non essere la causa, ma trattarsi di acqua minerale simile a quella che nel versante orientale dello messo monte, costituisce la nota e celebrata fonte d'acqua minerale pur solforosa di Sant'Omobono in valle Imagna (1). Il soccorso de dotti comprovò in fatti una tale verità. Il primo a farne conoscere la chimica qualità fu il dottor Ferdinando Tonini, ci pare, nella primavera del 1852. Indi il padre di S. Giovanni di Dio, Gallicano Bertazzi, ne eseguì e pubblicò una compiuta analisi quale noi, più sotto, riporteremo a corredo di questo articolo. L' acqua in discorso sorte qua e là in diversi punti di una roccia calcareo-bituminosa, la scaturigine maggiore ne dà la quantità di circa 50 once al minuto, (Tassani, Memoria sotto indicata), che fluisce con un getto eguale al volume di una penna da scrivere. Raccolta in un recipiente di cristallo, lascia vedere copiose bollicine di un'aria, che svoltasi alla superficie del liquido, tramanda un leggiero odore di uova fradicie, odore che sentesi altresì a qualche distanza dalla fonte, quando da tempo non sia piovuto; toccandosi con essa l'argento diviene nerastro, del resto è limpidissima, il suo sapore è un po' amaro, ma non ingrato , al tatto è leggermente saponosa o untuosa. Da che è attinta conservasi a lungo inalterata e senza dar sedimento. La sua temperatura è dai +10 ai +12 del termometro di Reaumur, mentre quella dell'atmosfera è di +19.° a +21.° Nell'inverno, invece, essendo quasi ultima di +6.°, quella dell'acqua si trova a +9.° Il suo peso specifico , sviluppata 1' aria, sta a quello dell' acqua distillata come 1,000,395 a 1,000,000. Il sullodato P. Bertazzi con una diligente analisi trovò, rispetto alla natura qualitativa de' principj mineralizzatori di quest'acqua, che essa contiene in una piccolissima quantità dell'acido solfoidrico, dell'acido carbonico libero e combinato, del cloro allo stato di cloruro, dell' acido solforico, della calce, della magnesia, ec. , per cui dessa appartiene alla classe delle solforose-saline debolissime. Rispetto poi alla definizione quantitativa, de' principj suddetti stabilì che in 100,000 grani dell'acqua medesima, i sali e i gas contenuti si riassumano come segue:


Acido solfoidrico libero .  .  .  Grani         traccie
 —    carbonico libero   .  .        "          2,13,74
Solfato di soda cristallizzato .     "          4,25,01
Solfuro di sodio     .   .  .        "          0,50,00
Carbonato di soda.   .   .  .        "          0,33,34
Cloruro di sodio                     "          0,33,33
   —    di magnesio                  "          0,24,85
                                                -------
                       Sommano Grani            7,80,27

                  Somma retro Grani             7,80,27
Fosfato di calce                    "           0,12,90
Bicarbonato di calce                "          10,31,66
    —      di magnesia . . . .      "           7,39,72
Ossido di ferro combinato . . .     "           0,44,84
Manganese                           "           0,05,16
Allumina                            "           0,06,35
Silice                              "           0,96,15 
Materia organica parte solubile 
nell' alcool e parte insolubile
o glerina ed acido crenico          "           0,98,23
Jodure alcalino traccie
Protossido d'idrogeno (acqua)       "      99,971,65,00
                                           ------------    
                         Totale Grani      99,992,60,28

Fra le malattie che la esperienza dimostrò riportare da quest'acqua, positivi vantaggi vengono in primo luogo quelle degli organi destinati alla digestione ed alla nutrizione, onde li sconcerti dello stomaco sotto forma di mancanza di appetito, difficoltà di digestione, erutazioni flatulente o acide, vomiti, senza, per altro, alterazioni profonde di tessuto al ventricolo; le irritazioni o flogosi lente intestinali, le stitichezze, ovvero gli scorrimenti di ventre sotto forma di diarree, o anche di lienteria, la ipocondriasi. Queste malattie, o altre, che se variano per forma, così non è per sede, e sono cagionate da disordini dietetici, da abuso positivo o relativo di liquori, o di altre sostanze irritanti ed eccitanti, da soverchia applicazione di mente, da paterni d'animo, ec.; trovano prontissimo solievo, anzi una assoluta guarigione. Nè questa, quantunque più tarda, non mancherà ad una più insistente e protratta cura nelle congestioni, negli indurimenti di fegato, o di milza, nelle infiammazioni lente, e disordini funzionali di questi visceri, sia derivino dalle cause eccitanti summentovate, sia da ripetute e pertinaci febbri paludose. Così le conseguenze di quest'ultime come le idropisie generali, le limitate o all'addome, o alle estremità inferiori troveranno ugual vantaggio da un uso ben calcolato e continuato dell' acqua di Barco. Le varie affezioni della pelle vaghe, ricorrenti, dipendenti o da vizio, come suol dirsi, umorale, ereditario, o accidentale; i vizj di sanguificazione, come clorosi, scorbuto, ec., i disordini menstruali, la scrofola, l'artrite, la podagra, non potranno a meno di sentire l'azione benefica di questa minerale bevanda, quando, oltre il farne un lungo e largo uso nella stagione propizia, ed alla fonte, si ripeta la cura per alcuni anni. Certe pertinaci irritazioni tracheali, bronchiali, apiretiche, accompagnate bensì da secrezioni mucose abbondanti, e sin anco dubbie, in individui soggetti a proteiformi affezioni erpetiche o artritiche; le abbiamo vedute cedere insensibilmente dietro l'uso di acque solforose fredde, simili a quelle di cui parliamo, immischiando talora l' acqua minerale allo siero o al latte vaccino appena munto. Anche le cachessie, le leucoflemassie, l'estenuamento di forze, le sospese o lente funzioni dell'organismo, conseguenze di gravi malattie infiammatorie, o di cure antisifilitiche, potranno, come avviene altrove in uguali circostanze, trovare dal clima, e da questo rimedio un prontissimo sussidio ad un pieno ristabilimento. Tolto allo stomaco qualsiasi stato accidentale di disordine, s'intraprenderà la cura col beverne di buon mattino, ed alla fonte, un bicchiero di sei o sette oncie per volta, ripetendo ciò, appena che col passeggio, colla distrazione, o con qualche infusione leggiera aromatica di caffè, di thè, o di camomilla , si sentirà lo stomaco libero dalla precedente dose. Quando la tolleranza lo per metta , la quantità da prendersi in un giorno può esser di molte libbre. Si procurerà di coadiuvare all'azione di tal medicamento con un buon riparto de' pasti, e con un vitto piuttosto animale, leggiero e semplice, senza nemmeno astenersi affatto da vino quando esso sia e vecchio, e molle, non saporito, quale il vino naturale di quelle località; si dovrà aver cura di ben tenere coperta la pelle, nè esporsi alla piacevole frescura della riva del lago o dell'Adda, di mattina o di sera. Anche il bagno nell'acqua di Barco, potrà corrispondere sia nelle malattie esterne che nelle interne dell'indole suindicata, ma sono a desiderarsi in proposito e le relative comodità ed una più ampia copia di acqua.


BIBLIOGRAFIA - ACQUA DI BARCO.

Dell'acqua minerale nel territorio di Maggianico, del dott. Ferdinando Tonini. (Il Corriere del Lario, 28 aprile 1852, n. 17).

Guida pratica alla fonte dell'acqua minerale solforoso-salina di Barco, del dott. G. B. Ghislanzoni. Foglio 1/4 in 8.° Lecco 1852, tip. Corti.

Acqua minerale solforoso salina di Barco, del dott. F. Tassani. ( Gazzetta medica italiana — Lombardia, 14 giugno 1852, n.° 24).

Delle acque medicinali native solforoso saline di Barco presso Lecco: cenni statistico medici, del dott. Aless. Polti. Mil. 1852, presso Fusi.

Analisi dell' acqua di Barco eseguita dal P. Gallicano Bertazzi, direttore della farmacia Fate-bene-fratelli in Milano (Gazz. med. italiana — Lombardia, 9 agosto 1852, n.° 52).

Nuova guida pratica alla fonte dell'acqua minerale solforoso-salina di Barco, del dott. G. B. Ghislanzoni medico-direttore dell'ospitale di Lecco. Bergamo 1853, per Mazzoleni.